Insegnare con stile

Lavorare in modo razionale è indispensabile in cucina. Il lavoro, come lo studio, è un processo razionale. Lavorare sotto impulsi irrazionali non è altro che una perdita di tempo prezioso e porta a risultati scarsi. Il lavoro organizzato presuppone una certa dose di logica, che si concretizza in ragionamenti e modi di operare corretti, verificabili dal raggiungimento degli obiettivi. L’obiettivo del lavoro di una cucina non è la realizzazione di un piatto più o meno semplice ma la preparazione del menu nella sua interezza e per un gran numero di persone. Per raggiungere il successo è necessario imparare ad organizzare tutte le operazioni per la realizzazione del menu. Nella formazione come perseguire questi obiettivi?

La base dell’azione dei formatori è la coerenza, lo stile e l’esempio. L’insegnamento è uno stimolo fortissimo a mettersi sempre in discussione e a testimoniare quello in cui si crede. La scuola è un ambiente privilegiato dove il dialogo è sempre stimolato. L’opera del formatore non è facile affatto. Le grandi sfide non sono quelle relative all’introduzione di nuove tecnologie; non è solo la difficoltà di mantenersi costantemente aggiornati ed apprendere dal primo momento all’ultimo della propria carriera. La difficoltà principale è quella di mediare il messaggio agli allievi adeguando strumenti e linguaggi mantenendo però i valori alla base della formazione. La cucina che noi mediamo è solo un frammento. Il nostro ego deve cedere: non dobbiamo entrare con protagonismo autocentrato ma ascoltare i ragazzi e conoscere il loro background culturale. Mettere l’alunno al centro e fare cose che piacciono ai ragazzi viste con nell’ottica dell’adulto. Osservare gli allievi nel loro ambito (cinque minuti in classe senza che il docente intervenga) per scoprire la loro vera natura. Occorre il massimo rispetto reciproco e la volontà di condividere per essere tutti coinvolti nelle scelte. E’ necessario stipulare quotidianamente un patto formativo per conseguire obiettivi comuni interpretando la situazione, scrivendo delle regole comuni e poi rispettandole. Il patto formativo è una regola scritta, una scelta delle priorità. Non è tutto sullo stesso piano ma nessuno può delegare la sua parte. L’insegnante è il regista del comportamento nella classe e deve intervenire nelle dinamiche di classe anche esagerando con le sanzioni se ciò può servire per evitare gravi danni futuri. Elogiare chi non sbaglia e gratificarlo con buoni voti.

È ingiusto fare parte uguali fra diseguali il provvedimento deve essere equo non uguale e la reazione composta e ferma. Stabilire le regole condividendole con i nostri allievi e il conseguente rispetto è dovere nei confronti dei nostri alunni e dell’intera società.

“La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati. La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura. È la nostra luce, non la nostra oscurità che più ci spaventa.”
Marianne Williamson – A Return to Love

Didásko – Scuola e Formazione

Di Giovanni Guadagno