Cogito ergo sum

C’era una volta la tavoletta di cera… anzi no! C’era una volta il PC. Oggi abbiamo la telefonia mobile, siamo costantemente in rete, chattiamo e comunichiamo in tempo reale con tutti. Un innegabile grande vantaggio, una vera potenzialità per il mondo del lavoro e della formazione. Ma a scuola cosa comporta l’introduzione di questi nuovi sistemi? Che cosa stanno rivoluzionando nel sistema scolastico mondiale? Cinque anni fa l’informatica è stata parola d’ordine del ministero dell’istruzione con inglese e impresa. Ora nella scuola imperversa il dibattito sulla validità dell’introduzione del registro elettronico, del libro digitale, del tablet e di tutti i relativi annessi e connessi. Questi temi tengono banco da alcuni mesi; detrattori e sostenitori dell’innovazione, consci di essere testimoni di una svolta epocale, non si risparmiano affidando, ancora una volta a puri strumenti dell’azione didattica, un ruolo risolutivo per le problematiche dell’istruzione e della formazione umana. Nella didattica progettuale, che attualmente determina il funzionamento della scuola, sono tuttavia chiaramente ben distinti obiettivi e strumenti. Gli obiettivi della nostra didattica sono e rimangono il conseguimento di abilità e competenze con una cultura solida e flessibile capace di affrontare le sfide del domani (non dimentichiamo mai, neppure per un momento, che le sfide non sono quelle di oggi ma quelle che i nostri allievi dovranno affrontare fra una decina d’anni). E’ opportuno quindi “perdere” altro tempo a dibattere se adottare nuovi strumenti? E’ opportuno rimandare scelte che l’innovazione tecnologica sta imponendo a tutto il mondo? Per non perdere di vista i contenuti della nostra azione formativa propongo di spostare la nostra attenzione su un’altra problematica. Essere costantemente in rete e quindi in comunicazione e in osservazione ci pone in una condizione inusuale e ci priva del nostro spazio di pensiero. Pensare è un’azione intima e privata, introspettiva, non comunicativa. Con se stessi non necessita finzione, non dobbiamo assumere atteggiamenti, si può essere essenziali, limpidi e chiari. Con se stessi è inutile mentire. Per contro oggi ci si tempesta di mail e telefonate, di messaggi e promemoria negando, di fatto, agli eventi di maturare e svilupparsi. Il sistema è eccezionale per certe questioni, problemi quotidiani e di facile soluzione, ma deleterio per tutto il resto. La saggezza di un tempo, conta fino a dieci prima di rispondere, potrebbe ancora venirci in aiuto. Tuttavia, ricordiamoci, che il problema non è: “come gestisco la cosa io” viceversa “come insegno ai miei alunni a gestire la cosa, come li educo nell’era digitale”. Il tema è vasto e comprende anche il momento della scelta (chiamo ora, chiamo più tardi). In classe partirei condividendo con gli allievi la necessità di avere la concentrazione necessaria per svolgere lezioni di laboratorio. Infatti è solo con una buona concentrazione che è possibile coordinare l’azione delle nostre mani e ottenere buoni risultati di lavoro. Imparare a pensare è imparare la concentrazione. Secondo elemento: il docente deve scegliere quale argomento e come trattarlo districando la matassa degli obiettivi e focalizzando l’essenziale. Questa scelta, adeguatamente motivata, sarà da stimolo al discente per le sue piccole e grandi scelte di oggi e di domani. Quindi come viene trattato l’argomento mette anche in evidenza il perché. Un piccolo esempio per chiarire: Esercitazione di abilità manuale fine, utilizzo dello spelucchino per tornire le verdure (es: pommes nature)- obiettivo: esercitare la concentrazione nel movimento, allenare l’abilità manuale e imparare la tecnica. La valutazione dovrà tener conto di tutti gli elementi e quindi anche una pommes nature non perfetta potrà dare all’allievo un voto discreto.

Ipse Dixit – Diario di Scuola – Daniel Pennac
“Ma, affinché la conoscenza possa incarnarsi nel presente di una lezione, occorre smettere di brandire il passato come una vergogna e l’avvenire come un castigo”.

Didásko – Scuola e Formazione

Di Giovanni Guadagno